ORTHO&WINE – Il vino italiano: come orientarsi nella Fase 2!
A cura di Riccardo Compagnoni ASST G.Pini – CTO (MI)
L’Italia è una terra favorevole alla coltivazione della vite e da sempre vi si produce vino. Passione e tradizione, tecnica e sistemi avanzati in vigna e in cantina hanno contribuito a portare alcuni vini italiani nell’élite mondiale, ma quello che deve dare ancora più soddisfazione e fare ben sperare per il futuro è il miglioramento qualitativo di tutta la produzione, con un netto innalzamento del livello medio. Non solo, quindi, poche stelle che brillano nel firmamento dell’enologia mondiale, ma una base produttiva di assoluto valore.
Il panorama vinicolo italiano è molto esteso e diversificato, basti pensare che attualmente le DOCG italiane sono 73 e le DOC 330. L’aspetto più interessante della vitivinicoltura italiana è la grande varietà di vitigni: quelli presenti nel Registro Nazionale delle varietà sono 442, molti dei quali sono diffusi solo localmente.
Il vitigno più coltivato e diffuso è il Sangiovese, presente in quasi tutte le regioni, dove fa parte spesso in parte prevalente di molti vini DOC e DOCG. Al secondo posto si trova il catarrato bianco comune, coltivato solo in Sicilia, seguito dal trebbiano toscano, montepulciano e barbera che insieme rappresentano il 30% del totale. I vitigni internazionali come merlot, chardonnay, cabernet sauvignon sono impegnati soprattutto nei nuovi impianti, dove danno risultati buoni, ottimi ed in alcuni casi eccellenti. Ma è la riscoperta di piccole varietà locali a lungo sottovalutate che sta arricchendo il patrimonio italiano, che ha un potenziale unico al mondo.
Ma come muoversi in questo panorama così ricco per il giusto abbinamento vino – Fase 2 di questa pandemia che ha chiuso tutti noi in casa.